Interpretazione dell’ECG in Triage
L’ inf. Luca Becheroni illustra pregevolmente i segni ECG fondamentali che l infermiere di triage deve necessariamente conoscere per un precoce riconoscimento di quadri ECG potenzialmente evolutivi
L’ inf. Luca Becheroni illustra pregevolmente i segni ECG fondamentali che l infermiere di triage deve necessariamente conoscere per un precoce riconoscimento di quadri ECG potenzialmente evolutivi
IEMIG inizia a muovere i primi passi proiettandosi all’ esterno delle mura ospedaliere- Il senso di responsabilità degli operatori sanitari verso la comunità e il senso di responsabilità della comunità laica verso un corretto utilizzo delle strutture sanitarie inizia a muovere i primi passi
https://www.lanazione.it/prato/cronaca/mettetevi-comodi-lezioni-di-pronto-soccorso-1.6048061
25 Years in the Emergency Department — Lessons Learned: An Expert Interview With Robert McNamara, MD
Tutti i lavori se fatti con passione sono anche scuola di vita: offrono uno spaccato sulla vita, le persone, gli ambienti, le circostanze, le emozioni: ma fra tutti il lavoro in PRONTO SOCCORSO offre qualcosa di più, anche se tante persono non colgono affatto questo aspetto.
Sfogliando le 5/6 riviste per uno scanning dei dati di letteratura mi sono imbattuto su questo articolo pubblicato da American Academy of Emergency Medicine (AAEM) 16th Annual Scientific Assembly e visibile come commento su medscape – sez “emergency medicine”su : “25 Years in the Emergency Department — Lessons Learned: An Expert Interview With Robert McNamara, MD”. Il Direttore viene intervistato da un giornalista sulla sua esperienza pluriennale in pronto soccorso: il giornalista chiedeva al medico quale “lezione” tra le tante avesse imparato durante tanti anni ( “what are some of the lessons that you would pass on to physicians entering the field of emergency medicine today?). La risposta del medico è stata la seguente :” it’s been my experience that physicians really need to pay attention to the nursing staff if they tell you they think the patient is sick. That should be a red flag. Nurses have the same gestalt, a lot of them have a lot of experience, and if they come to you and they want you to take a look at a patient because they are worried about them, you can’t ignore that.”
Ovvero quando un infermiere ti dice che tra tutti i pazienti che hai in carico un paziente “non lo vede bene“, DEVI porre immediatamente attenzione a quel paziente, non puoi ignorare un”red flag” dell’infermiere: molti infermieri sono anni che lavorano in PS, hanno molta esperienza, se vengono da te esprimendo preoccupazione per un paziente , tu non puoi ignorare il loro suggerimento…………..Riflettete bene!!
Una breve presentazione a cura di Cristina Cascini, infermiera del DEA di Prato – USL 4, sul “see and treat “, progetto sperimentale Toscano inserito nel piano di miglioramento dei pronto Soccorso.
Il modello “See and Treat” in Pronto Soccorso: l’esperienza della Regione Toscana
Introduzione
La funzione propria del Pronto soccorso è quella di garantire una risposta all’emergenza-urgenza.
Le Linee guida di miglioramento dei Pronto soccorso Della Regione Toscana prevedono anche di fornire una risposta ai cosiddetti “codici minori”, superando dunque il concetto di appropriatezza e dando una risposta, secondo criteri di efficacia ed efficienza, anche all’urgenza soggettiva.
Per raggiungere tale obiettivo (indicato anche nel Piano Sanitario Regionale 2005-2007 della Regione Toscana) è stato introdotto il modello “SEE and TREAT. La riorganizzazione dei Pronto soccorso[1] prevede una risposta assistenziale per le patologie lievi che consenta di ridurre i tempi di attesa e migliorare la qualità percepita, garantendo una pronta risposta medica e/o infermieristica con l’immediata presa in carico del paziente,”.
Il See and Treat (letteralmente “Vedi e Tratta”) è un modello di risposta assistenziale alle urgenze minori che si presentano in Pronto soccorso, che sta avendo una rapidissima ed ampia diffusione in molti paesi europei, in particolare nel Regno Unito dove nasce come tentativo di risposta al sovraffollamento dei Dipartimenti di Emergenza e alle lunghe attese per la maggior parte dei problemi clinici meno urgenti. Questo tipo di risposta ha trovato più facile applicazione nei Paesi nord europei dove da molti anni vengono utilizzati infermieri in autonomia professionale in compiti di assistenza clinica che da noi sono culturalmente riconosciuti come propri della professione medica.
Pochi e semplici criteri lo caratterizzano:
Tutto ciò porterà a molteplici vantaggi per i pazienti, con la riduzione dei tempi di attesa, per gli infermieri, che vedranno valorizzata la loro professionalità e per i medici che, liberati dagli interventi di complessità minima, potranno dedicarsi meglio alle patologie più complesse, con una qualificazione ulteriore della loro professione.
Con la delibera n. 958 del 17 Dicembre 2007 e la successiva delibera del 2010 della Regione Toscana, a Novembre 2010 ha avuto inizio la sperimentazione del modello in sei ospedali toscani: Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri (Firenze), Misericordia e Dolce a Prato, Misericordia di Grosseto, Valdelsa a Campostaggia, Felice Lotti a Pontedera, ospedale di Livorno. Per sei mesi, infermieri esperti, opportunamente formati e affiancati da un medico tutor, gestiranno e daranno risposta a una serie di casi di lieve entità (piccole ferite e abrasioni, punture di insetti, reazioni allergiche circoscritte, ecc.), definiti e approvati dal Consiglio Sanitario Regionale.
Conclusioni
Tutto ciò ha destato non poche polemiche soprattutto da parte della professione medica che si è sentita usurpata di una parte del loro campo di attività, nonostante la sperimentazione non contenga sostanziali elementi di novità rispetto a ciò che gli infermieri italiani fanno già dagli anni Novanta, ma ne formalizza unicamente le funzioni e le responsabilità sulla base di specifici protocolli condivisi tra medici e infermieri, oltre a definire i correlati e puntuali percorsi formativi.
Questo rappresenta comunque un’importante occasione di evoluzione per la professione infermieristica che, rispetto alla realtà di molti paesi europei, non vede riconosciuta ancora la propria autonomia.
Bibliografia/Sitografia
Piano Sanitario Regionale 2005-2007 Regione Toscana
[1] Piano Sanitario Regionale 2005-2007, punto 3.2.7 “Strategie di miglioramento del sistema di emergenza urgenza intra ed extra ospedaliero”
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