Una mattina presto di un gelido inverno: squilla la linea dei codici rossi e annuncia un codice rosso “respiratorio”: aspettiamo l’arrivo di questo nuovo paziente e meccanicamente prepariamo la sala rossa con tutte le potenziali attrezzature che presumibilmente possono esserci utili.
…… ecco che arriva!
76 anni maschio, intubato , con malattia aterosclerotica severa (TEA, By PASS e quanto altro)….. la barba incolta, lo sguardo quasi perso nel vuoto, un beep che sembra essere l’unico appiglio alla vita.
” il solito vecchio……non ce l’ho mica con lui ma con “quelli” che lo intubano e lo portano a noi……” e così via! Quante volte ci è capitato di sentire nei nostri PS queste considerazioni!
Un interessante articolo degli annals of emergency medicine tenta di affrontare la delicata questione
Trajectories of End-of-Life Care in the Emergency Department – Cara Bailey, Roger Murphy, Davina Porock 06 December 2010Gli autori sottolineano 2 diversi atteggiamenti nei confronti della morte (in Dipartimento di emergenza): l’uno verso cui lo staff è più preparato, verso il quale concentra tutte le sue risorse (umane e tecnologiche) che viene definito “spectacular death” ; l’altro definito come “subtacular“, non spettacolare, ovvero un atteggiamento ed un modo di porsi distante dal paziente e talora con connotati di “neglect”, di negligenza.
Gli autori concludono sulla incontrovertibile necessità di incrementare il livello di attenzione e conseguentemente educazionale nei confronti delle cosiddette “subtacular death”.